L’osservatorio Borgogiglione da anni si prende cura del territorio ma oggi la sfida dei cambiamenti climatici è globale e senz’appello. Insieme, si può fare!

Portavamo ancora l’entusiasmo dell’incontro di mercoledì 20 marzo con gli attivisti-ciclisti della Corsa per il Clima e Contro le Grandi Opere inutili, partiti da Venezia per Roma, e della Marcia per il Clima (Fridays For Future) del venerdì precedente.  Quella domenica alla  Festa di San Giuseppe a Colle Umberto, Perugia, avevamo messo il banchetto sul marciapiede con i volantini contro la devastazione del territorio perseguita dalle amministrazioni locali attraverso discarica e  cava, e pure una porcilaia. 

Attendevamo con ansia, a giorni,  l’esito delle prime decisioni al processo “Spazzatura d’oro”, nel quale noi dell’Osservatorio Borgogiglione  avevamo chiesto di costituirci parte civile.  Avevamo steso lo striscione del carro carnevalesco  con la scritta “Laudato sii, mio Signore, per sorella nostra Madre Terra, che ci sostenta e governa et produce coloriti fiori ed erba”. Ed avevamo appeso gigantografie e motti di spirito alla perugina  contro la mala-gestione del ciclo dei rifiuti. Era una giornata di sole e di festa per tante persone.

E’ stato a quel punto  che si è avvicinato un giovane papà, tenendo per mano la sua bambina. Gli ho  consegnato il volantino quasi scusandomi : “E’ vero, l’immagine non induce all’allegria ma questa sarà la realtà a breve se non ci diamo una mossa… L’intero Pianeta reclama con urgenza il nostro impegno a cambiare strada. Pensiamo soprattutto ai nostri figli, gli stiamo rubando il futuro…”

Il giovanotto mi ha raccontato che si erano trasferiti da poco nella zona, attratti dalla tranquillità e dalla natura del posto. Prima vivevano a Ponte San Giovanni, quartiere dormitorio popoloso e compromesso ai piedi di Perugia, dove pochi giorni prima era scoppiato un incendio ad un impianto di rifiuti che aveva spaventato la popolazione e costretto le autorità a prendere pesanti misure per la tutela della salute degli abitanti.  

Ho aggiunto: “Ci serve l’impegno di tutti, se vogliamo che anche questo nostro territorio, ancora abbastanza integro, non diventi ben presto una pattumiera”.. Ed ho poi invitato quel giovane padre a osservare bene il plastico della zona, posizionato sul banchetto, ancora incompleto  perché stiamo avviando ora la ricerca di consensi tra i cittadini e le piccole aziende per costruire una realtà associativa e di controllo dal basso. “Questo territorio”, ho aggiunto, “secondo noi dell’Osservatorio Borgogliglione deve organizzarsi come un ECO-DISTRETTO, a partire da un Piano di caratterizzazione delle matrici ambientali, che chiederemo alla Regione e all’Arpa. Puntare  alla valorizzazione  degli insediamenti  più rispettosi e coerenti con le caratteristiche socio-economiche del territorio e con le legittime aspirazioni dei cittadini, a circoscrivere e bonificare i siti contaminati e costruire pian piano un’economia circolare, a prevenire quindi l’insediamento di imprese, pubbliche o private, portatrici di danno e incuranti del bene comune.  Lei mi dice che si tratta di un impegno pretenzioso ma questo è l’unico modo per lasciare un mondo vivibile a sua figlia. Se insieme a tanti altri ci darà una mano, l’obiettivo si farà più concreto. INSIEME, SI PUO’ FARE!”

Era questo anche il messaggio lanciato dai compagni di Venezia al Circolo Island  di Perugia: il sentimento della complessità e dell’urgenza deve ridare linfa vitale alle nostre quotidiane battaglie, Rompere schemi consolidati, allargare gli orizzonti e le relazioni, anzitutto tra militanti su diversi fronti: il Comitato di Foligno NO Tubo a fianco  dei terremotati incazzati di Norcia, i veterani per l’Acqua Pubblica e per il NO Autostrada  Orte-Mestre con i nuovi Gruppi di Acquisto Solidale e i contadini dei Mercati Cittadini o del Potere Tregine. I ternani uniti ai perugini.

E anche l’Osservatorio Borgogiglione dovrà aggiungere la sua tessera al mosaico. Anche se non abbiamo mai accettato di essere chiamati “quelli dei rifiuti, quelli della discarica”, di fatto in questi anni  ci siamo impegnati soprattutto nel monitoraggio ambientale dell’area circostante la discarica di Borgogiglione,  chiedendo una gestione più trasparente  e sostenibile del ciclo dei rifiuti nei Comuni della zona e dell’intera Regione.  “Avete presente  quella nebbia che avvolge il Trasimeno in autunno?  Non una nebbiolina leggera  che spolvera le colline, sfiora le onde del lago e  che i raggi del sole presto dirada  velocemente. No, parliamo della nebbia pesante, grigiastra, che non riesce ad alzarsi e rimane  densa e umidiccia anche per diverse ore o giornate, che irrita gli automobilisti e i raccoglitori di olivi, che penetra nelle ossa degli anziani e intristisce i giardini.  Ecco, questa è la nebbia  che avvolge la gestione dei rifiuti nel nostro territorio, inclusa ovviamente la discarica di Borgogiglione e altri impianti di smaltimento. Un nebbione che non intende proprio diradarsi”. Questo scrivevamo nel nostro sito nel 2016.

Ci sono voluti l’inchiesta  della Procura Antimafia di Perugia “Spazzatura d’oro” e l’avvio del processo [il Giudice dell’udienza preliminare ha appena deciso di ammettere tra gli altri anche il nostro Osservatorio come parte civile, quindi soggetto danneggiato insieme con il suo territorio di azione], per dare una sferzata all’immobilismo  e far emergere il conflitto d’interesse tra controllori e controllati, tra Comuni e Aziende di gestione dei rifiuti dell’Ambito Perugino, che ha ostacolato finora una gestione più attenta al bene comune, sostenibile e risparmiosa. Le varie aziende, tutte interne al Gruppo Gesenu, e  tutte partecipate dai Comuni, di fatto orientano e in alcuni casi piegano alle loro convenienze le scelte pianificatrici degli Enti. Dopo un decennio perso a correre dietro al progetto dell’inceneritore di Perugia, per fortuna seppellito dalla crisi economica prima che dalle critiche dei cittadini, ora si guarda alle discariche come “la gallina dalle uova d’oro”.

Il bioreattore di Borgogiglione è il simbolo della mala gestione: prima del sequestro da parte della magistratura, la discarica era stata destinata a ricevere in celle confinate anche la frazione organica dei rifiuti (modalità introdotta all’italiana “in via sperimentale”). La bio-stabilizzazione  sarebbe dovuta avvenire direttamente in discarica, permettendo di produrre energia tramite la produzione e combustione  del biogas. In realtà a parte gli utili per l’azienda gestore, il bioreattore non ha prodotto che una quantità enorme di pericoloso percolato, che ha reso instabile l’intero impianto (in caso di terremoto), come testimoniato da quattro studi geologici. E ciò nonostante, dietro pressione dei Sindaci, obbligati lo scorso anno a portare fuori regione i rifiuti, in discarica i conferimenti sono stati di nuovo autorizzati dalla Regione (52mila tonnellate nell’area sommitale, in teoria più stabile) ancor prima che si completasse la procedura per il rinnovo dell’Autorizzazione ambientale scaduta nel 2016. E ancora prima di aver progettato i lavori della messa in sicurezza  della discarica! 

Per continuare a sfruttare la discarica, si sono giocate le prove di forza tra i Sindaci dei comuni viciniori sulla ripartizione dei flussi dei camion carichi di rifiuti. Le strade di accesso alla discarica sono infatti del tutto inadeguate a sostenere il via vai dei mezzi pesanti, che oltretutto attraversano centri abitati e zone sottoposte a vincolo ambientale. Così, ciliegina sulla torta, coprendosi dietro l’esigenza primaria di non interrompere il pubblico servizio dello smaltimento dei rifiuti, si è cercato di avvantaggiare anche gli interessi di una cava di inerti della zona. Il risultato  è il transito di decine e decine di grossi automezzi ogni giorno in salita e in discesa lungo una stradella vicinale intorno ad una villa del ‘500, la Villa del Colle del Cardinale, e al suo magnifico parco  in un’area vincolata dal Ministero dei Beni Culturali.

Come detto, ora il movimento dei giovani “Venerdì per il Futuro” sollecita tutti a riconsiderare obiettivi e priorità, cercando risultati condivisibili e ravvicinati per la salvaguardia di nostra Madre Terra. INSIEME, SI PUO FARE! diventa la nostra proposta: laboratori per l’economia circolare e per l’avvio di un ECODISTRETTO, dove si intrecciano i problemi dell’energia e l’abbandono delle fonti fossili, con una diversa e sostenibile gestione dei rifiuti (vedi il compostaggio con E.M.), la valorizzazione del lavoro agricolo e il cibo buono e equo, il contrasto all’obsolescenza programmata e alla società dei consumi…

Lucio Pala, presidente dell’Osservatorio Borgogiglione