#RideWithUs2019 lascia Strasburgo, le sue acque, le sue meraviglie architettoniche, e si prepara a vivere la sua frazione più lunga. Ben 158 km per andare, sempre seguendo le rive del Reno, dalla città sede dell’ Europarlamento e del Consiglio d’Europa a Ludwigshafen, sorella minore della più nota Mannheim, insieme alla quale forma un’unica conurbazione.
Lunga distanza ma per fortuna nessuna difficoltà altimetrica, per un tracciato che ci farà pedalare tra paesi più o meno pittoreschi e riserve naturali. Appena usciti da Strasburgo attraverseremo La Wantzenau, caratteristico villaggio dalle case a graticcio e dalle interessanti iniziative green, modernità sostenibile e tradizione fuse in una idea di comunità che guarda al futuro senza dimenticare il passato.
Subito dopo è la volta di una infrastruttura dall’alto valore ambientale: la scala di risalita di Gambsheim, la più grande d’Europa, che consente ai pesci di bypassare uno sbarramento idroelettrico per ritornare nelle zone di riproduzione.
Al sessantesimo chilometro, siamo sempre sulla sponda francese del fiume, entriamo a Munchhausen, villaggio senza particolari attrattive se non quella di essere patria di Karl Friedrich Hieronymus, il famoso Barone narrato da Rudolf Erich Raspe.
Dieci km ed ecco la frontiera franco-tedesca, la strada è ancora lunga, sulla sponda orientale del fiume ci lasciamo alle spalle Karlsruhe, nota sia come Fächerstadt, la città-ventaglio per la caratteristica pianta urbana, sia come città del diritto perchè qui hanno sede le Corti di Giustizia e Costituzionale della Repubblica Federale.
Anse e meandri allargano il letto del Reno in questo tratto, mentre la navigabilità è garantita da canalizzazioni che ne raddrizzano il corso. Si prosegue per decine di km in questo paesaggio fino all’ingresso a Ludwigshafen, la nostra meta.
Città fortemente simbolica di quello che molti scienziati definiscono ormai Antropocene, Ludwigshafen ha una storia davvero recente: fondata nel 1843, sul luogo fortificato che proteggeva il ponte di accesso a Mannheim, da Ludovico di Baviera che voleva creare un insediamento che potesse competere commercialmente con la più antica vicina, venne quasi distrutta appena cinque anni dopo, durante la rivoluzione del 1848 dagli stessi residenti di Mannheim.
La svolta per il “porto di Ludovico” arriva nel 1865 con l’insediamento della BASF, la più grande industria chimica tedesca, che attira tante altre aziende. In poco tempo Ludwigshafen diventa una città industriale con tutti i risvolti che questo significa.
Bombardata pesantemente nella prima guerra mondiale, nel 1921, durante l’occupazione francese durata fino al 1930, è teatro di uno dei più gravi incidenti industriali della storia europea quando un esplosione nello stabilimento BASF causa oltre 800 morti.
Il nascente nazismo, per l’importanza delle sue industrie in chiave di riarmo bellico, ne fa una delle sue roccaforti, e anche per questo la città pagherà un pesante dazio nel corso della seconda guerra mondiale uscendone praticamente rasa al suolo.
Ricostruita in chiave moderna, e non poteva essere altrimenti, e rilanciata nel suo ruolo industriale, Ludwigshafen è stata una delle città più inquinate della Germania e soltanto negli ultimi anni la qualità della vita è migliorata, anche se l’inquinamento resta opprimente.
Luogo delle contraddizioni tra sviluppo e sostenibilità, tra ambiente e lavoro, Ludwigshafen è questo. Un simbolo per noi che chiediamo #systemchangenotclimatecha
A questo link del sito RideWithUs, puoi seguire il percorso dei ciclisti in tempo reale e, se vorrai, unirti alla carovana per pedalare assieme!