Se c’è una tappa in questo nostro #RideWithUs2019 davvero emblematica dei nefasti effetti dell’attività umana sul clima è proprio questa. Se l’arrivo a Maastricht vuole essere, dopo Strasburgo e prima del gran finale di Bruxelles, un pressante invito all’azione rivolto alla politica europea in alcuni dei luoghi simbolo dell’Unione, quello che davvero caratterizzerà questa 12. frazione sarà il passaggio presso lo spaventoso, non troviamo altre parole per descriverlo, cratere a cielo aperto della miniera di Hambach. Un buco nero di sette chilometri di lato, visibile ad occhio nudo anche dallo spazio. Andate a vederlo su google maps….
Così lo descrive un attivista:
“…La miniera di Hambach, aperta nel 1978 da Rwe, la seconda compagnia energetica nazionale, copre oggi 45 chilometri quadrati. Nel 2040, al termine delle operazioni, avrà coinvolto un’area di 85. A vederla dal vivo manca il fiato. Sembra di trovarsi ai margini della terra di Mordor, sull’orlo di una conca morta dalle dimensioni semplicemente assurde. In lontananza, lungo la linea dell’orizzonte, salgono i pennacchi di fumo delle centrali termoelettriche, che si fondono con le nuvole. Dal dopoguerra ad oggi, questa e altre due cave più piccole nella regione – Inden e Garzweiler – hanno costretto 35 mila persone a fare i bagagli e trasferirsi in nuovi borghi costruiti da zero….”.
Questa enorme ferita è più grande di Roma, più grande di Milano. La lignite che si estrae qui è responsabile da sola del 2% del totale delle emissioni di gas serra dell’intera Europa. Basta a rendere l’idea di che mostro abbia divorato una delle foreste più antiche del continente, campi, paesi e villaggi?
Dal 2015 una coalizione di movimenti ed attivisti denominata Ende Gelände, in tedesco “Qui e non oltre”, attua intorno al cratere spettacolari e sempre più partecipate azioni di protesta e di disobbedienza civile per chiedere la chiusura della miniera, limitando così in modo significativo il riscaldamento globale e, al contempo imporre al governo federale una vera svolta green attraverso l’eliminazione definitiva dei combustibili fossili.
Vedere tutto questo coi nostri occhi, ascoltare le testimonianze di attivisti e residenti, e potervelo raccontare sarà forse l’esperienza più forte di questa nostra carovana.
Ripartiremo da questo luogo dopo aver percorso una trentina dei circa 100 km di questa frazione. Le dolci ondulazioni della zona forse scorreranno veloci sotto le nostre ruote, ma nella testa di ciascuno di noi pensieri e riflessioni saranno come acido lattico da smaltire.
La frontiera con l’Olanda ci apre la porta del Limburgo, estrema propaggine meridionale dei Paesi Bassi, incuneata tra Belgio e Germania, e sola regione neerlandese con un territorio formato da dolci colline di sabbia e löss, una argilla ricca di elementi calcarei, formatasi nei periodi interglaciali. Il löss, che forma terreni fertilissimi, è una caratteristica di questa zona, che è un pò la Toscana d’Olanda.
Qui si beve ottima birra ma si producono anche eccellenti vini. Proprio su queste colline si corre la celebre Amstel Gold Race, classica di primavera che apre il Trittico delle Ardenne. Maastricht, sulle rive della Mosa, è davvero incantevole. Città ricca di storia, dopo i fasti del passato, è tornata alla ribalta del presente nel 1992 quando vi fu firmato il trattato di fondazione dell’Unione Europea.
Dopo un selfie ed una birra di rito, andremo a riposare, prima dell’ultima fatica. Ci siamo quasi, oggi è stata una giornata davvero importante…. #climatejustice #crisiclimatica #roadtobruxelles
A questo link del sito RideWithUs, puoi seguire il percorso dei ciclisti in tempo reale e, se vorrai, unirti alla carovana per pedalare assieme!