Ride With Us all’ultima, piovosa, tappa: Bruxelles!

L’ultima tappa sulla carta è semplice, con i suoi ultimi 112 km pianeggianti da percorrere per arrivare alla meta finale.
Il primo ostacolo è però il tempo, vista l’agenda d’incontri fitta che abbiamo organizzato nel pomeriggio.
Alle 15.00 quello con il Presidente del Comitato delle Regioni. Alle 15.45 dobbiamo essere davanti al Parlamento europeo per il saluto da parte dei Verdi. Alle 16.00 l’incontro dentro il Parlamento con i parlamentari italiani e alle 17.30 dobbiamo essere alla Grand Place per incontrare l’Assessore al Clima del Comune di Brussels.
Non riuscire ad arrivare in tempo al primo appuntamento comporterebbe dei problemi a cascata per tutti quelli successivi.
Riusciamo a convincere l’hotel a prepararci la colazione mezz’ora prima del previsto e pianifichiamo di partire alle 7.30, ma l’ultima tappa è per definizione piena di insidie.
Alla partenza Paolo non trova più il suo navigatore. Dopo aver svuotato completamente le borse e messo sottosopra un paio di volte la sua camera, decidiamo di partire lo stesso, con una decina di minuti di ritardo, col mistero del Garmin che si è volatilizzato (alla sera a cena scopriremo che era rimasto infilato in una maglia).
La pioggia ci da il suo primo buongiorno mattutino, con un cielo che ci promette una continuità di intenti poco piacevole.
Viaggiamo bene alla giusta velocità che ci consente di fare strada, senza “strappare” il gruppo e in poco tempo vediamo che il contachilometri mette in archivio i primi 30-40 km.
L’eccessivo ottimismo rispetto ai tempi di percorrenza (“arriveremo alle 14.00”, “di questo passo arriviamo alle 13.45”) e l’eccessiva pioggia presa, inducono a una sosta “caldo e caffè”. ne approfittiamo con il cronometro per farla con precisione chirurgica alle 11.25, quando Daniele deve fare un collegamento in apertura a Radio3 Scienza. Purtroppo la linea cade proprio nel momento di andare in onda e alla successiva chiamata ci viene proposto di spostarlo in chiusura alle 11.45-11.50, che poi slittano proprio in chiusura della trasmissione. Trenta minuti di ritardo che equivalgono al regalo di uno zaino pieno di pietre a metà della salita dello Stelvio.
Con una serie di incastri tra pausa caffé del gruppo e intervista fatta più avanti sul percorso, per recuperare anche 10’ di strada, in una stradina laterale per evitare il rumore delle auto, finisce che Paolo e Daniele si trovano alle spalle del gruppo. Sono così costretti a un inseguire il gruppo che è a sua volta convinto di dover raggiungere i due “in fuga”. Il tutto condito da un fantastico vento contrario sul naso che, insieme alla pioggia, non rappresenta proprio la condizione migliore per pedalare.
I due raggiungono il gruppo sull’ennesima strada bloccata per lavori in corso del percorso (ne abbiamo incontrate almeno quattro in giornata e ci è venuto il dubbio che fosse stato deciso di rifare l’intera viabilità del Belgio proprio in occasione del nostro passaggio). Riprendiamo una buona velocità nonostante il vento che sembra partire in nostra direzione proprio da Bruxelles e rientriamo a pelo nella tabella di marcia.
Una prima foratura, poi una seconda ed una terza (2 a 1 per Gianpaolo, vincitore della speciale classifica generale del tour, su Ugo) e tutte le buone intenzioni finiscono in soffitta.
Cerchiamo di gestire il ritardo e arriviamo con una sola ventina di minuti di ritardo al Comitato delle Regioni dove, grazie all’aiuto di Chiara Malagodi e Paolo Celot, incontriamo il Presidente del Comitato delle Regioni, Karl-Heinz Lambertz, che, oltre ad encomiare la nostra iniziativa, ci informa in merito ad una specifica iniziativa avviata proprio sul tema della mobilità sostenibile.
Il tempo di una veloce foto di rito e poi via di corsa verso l’Europarlamento dove di accoglie festosamente una rappresentanza dei Verdi europei (Cuffe Ciaran – Irlanda, Bloss Michael – Germania, Ainslie Scott – Inghilterra, Metz Tilly – Lussemburgo, Paulus Jutta – Germania, Rowett Catherine – Inghilterra) che ci danno un veloce saluto e scappano poi in direzione della loro convention.
A complicare la gestione del ritardo nella nostra tabella di marcia sorge il problema di dove parcheggiare le nostre 22 biciclette con tanto di bagagli a seguito. La piazza dell’Europarlamento è off-limits per ragioni di sicurezza e parcheggiare le bici con i bagagli in strada senza nessun controllo non è proprio il massimo. Troviamo uno spazio in strada sotto lo sguardo di una guardiania dell’Europarlamento e via di corsa al suo interno. L’incontro, organizzato grazie al supporto dell’eurodeputato Rosanna Conte (che ci è stata presentata da Leonardo Righetti) è anche con Eleonora Evi, la prima della Commissione Pesca e la seconda di quella Clima. Con loro discutiamo di aspetti connessi direttamente e indirettamente connessi con il cambiamento climatico, dalla prospettiva di avere obiettivi più ambiziosi di mitigazione delle emissioni di gas ad effetto serra, alla riforma dei sussidi alle fonti fossili e rinnovabili e alle modifiche nella pescosità e catena trofica dei nostri mari, sempre più caldi a causa del cambiamento climatico.
L’idea di questo incontro era di avere rappresentanti dei tre principali partiti politici italiani: M5S, PD e Lega; per far passare il concetto che il cambiamento climatico non può essere visto come una battaglia di parte, ma richiede la partecipazione di tutte le forze politiche in una sorta di patto nazionale per il clima.
Lega e M5S ci hanno confermato in questo incontro la loro disponibilità in tal senso e speriamo che anche il PD, che non è riuscito a partecipare, ci possa confermare lo stesso impegno.
Uscendo dall’Europarlamento incontriamo l’eurodeputato Cozzolino, in uscita da una riunione che ci fa i suoi complimenti personali per l’iniziativa.
Ma non abbiamo tempo neanche per un caffè e via di corsa verso la Grand Place per l’ultimo incontro della giornata, con l’Assessore al Clima di Brussels, Benoit Hellings.
Arriva però con 45’ di ritardo e molti di noi, infreddoliti e senza aver neanche mangiato un pranzo caldo iniziano a prendere sonno sulla sedia.
La vista della meravigliosa sala del Consiglio comunale e dell’ufficio dell’Assessore ci risveglia con la propria bellezza.
Il tempo di un breve scambio di vedute con l’Assessore e torniamo a prendere le nostre bici, con il miraggio di una doccia calda, ma non è ancora finita.
Renato ha perso il suo telefono che è stato però ritrovato da una signora belga. Parte così in taxi per recuperarlo e ci lascia in custodia la sua bici e torna vittorioso dopo una 40’ di minuti, passati al caldo bevendo una cioccolata calda da parte del manipolo in suo supporto.
Il tempo di una buona cena e poi subito a letto, perché domani è attesa la chiusura del tour con la consegna ufficiale delle lettere alla Commissione Europea.
Daniele Pernigotti

Il mio primo Giro (nelle) Fiandre

Di solito l’ultima tappa è una sorta di “passerella” (magari pure con un brindisi in bicicletta), a causa di appuntamenti fissati con alcuni rappresentanti della UE per le 15.00… quest’ultimo tratto della RWU 2019 è diventato invece uno dei più difficili.
Partiti alle 7.30, abbiamo macinato i primi 20 km per scaldare i muscoli ma poi, entrati nelle Fiandre abbiamo dovuto (come programmato, visti i tempi da rispettare) aumentare il ritmo, spingendo sui pedali mentre al contempo iniziava a piovere fitto, rendendo tutto ancora più complicato. Bagnati fradici ci siamo concessi una rapida sosta panino ma poi abbiamo ripreso a pedalare veloci tra lunghi rettilinei (ciclabili si, ma in compagnia di Tir sfreccianti) e fangosi sentieri di campagna.
Ad un certo punto il sole è arrivato… grazie però ad un forte vento (quasi sempre contrario) che ci respingeva indietro, sia mentre pedalavamo sull’alto argine di un fiume (paesaggisticamente molto bello, ma che ci ha esposto completamente al vento), sia lungo l’infinito rettilineo che ci ha portati finalmente in città (dopo qualche foratura e guasto meccanico, perché anche le biciclette ormai risentono dei chilometri percorsi): veramente stremati ma rispettando tempi (112 km in apnea).
Felici e un po’ rintronati (ora capisco quegli atleti che dopo una gara ripetono la frase, che sembra di rito: “non mi rendo ancora conto di quello che ho fatto”) alla UE abbiamo incontrato il Presidente del Comitato Europeo delle Regioni, alcuni parlamentari italiani (della Lega, Pd e Cinquestelle) e il gruppo parlamentare dei Verdi. Con tutti, al di là dei complimenti, belle anche se brevi discussioni. Daniele Pernigotti è bravo anche in questo: gentili ma veloci convenevoli e poi subito al dunque: “cosa dobbiamo fare per contrastare i cambiamenti climatici e cosa voi (diverse istituzioni) state facendo”.
Poi ci siamo spostati verso la Grand Place, per incontrare l’assessore all’ambiente e vice sindaco di Bruxelles (della città, non della regione), giovane esponente dei Verdi, con il quale abbiamo condiviso altre riflessioni e abbiamo visitato il municipio, con splendida vista sulla piazza.
È stato tutto veramente strano… entrare sporchi e sudati in questi luoghi asettici e trovare tante persone sorprese, sorridenti e, speriamo, aver almeno rimarcato l’importanza di temi e questioni così importanti per tutti. Magari nei prossimi giorni formulerò pensieri più strutturati sugli “esiti” di RWU 2019, perché ora dobbiamo andare, altri appuntamenti in città ci aspettano (dobbiamo consegnare le lettere che abbiamo in saccoccia).
Comunque, il mio primo “Giro (nelle) Fiandre” è stato magnificamente impegnativo, degna conclusione di una piccola/grande avventura.
Stefano Munarin