La plastica inquina. Siamo tutti d’accordo. Sporca i mari, avvelena i pesci e, se bruciata, ammorba l’aria. E siamo d’accordo anche qua. Ma come mai ce ne siamo accorti solo negli ultimi anni? E bastano una politica di buone pratiche, come il recupero, il riutilizzo e la differenziata, a risolvere il problema? O, piuttosto, questa è solo un palliativo perché il vero nemico non è la plastica ma le industrie che la producono e che sono le stesse che continuano ad estrarre le energie fossili? In altre parole, il capitalismo.
La questione è stata affrontata da un giornalista del Guardian, Stephen Buranyi, in un articolo dal titolo «The plastic backlash: what’s behind our sudden rage – and will it make a difference?». Qui trovate la versione originale in inglese e qui, su EcoMagazine, una traduzione in italiano.
Stephen, nel pomeriggio di ieri ha incontrato gli studenti universitari veneziani di Ca’ Foscari su invito del collettivo Lisc. Con lui, la ricercatrice Alice Dal Gobbo, che ha appena concluso un dottorato in ecologia politica a Cardiff ed ha studiato le relazioni tra l’ultima crisi economica e la crisi ambientale.
Di seguito, l’intervista con Alice Dal Gobbo di Anna Clara Basilicò.