A Merano abbiamo appoggiato la testa sul cuscino sapendo che il giorno successivo sarebbe arrivata la pioggia, ma al nostro risveglio abbiamo trovato solo il cielo nuvoloso… anche s. e le cime delle montagne che ci circondano sono coperte di neve.
Thierry Robert Luciani a Bassano ci aveva anticipato che nella notte tra martedì e mercoledi ci sarebbero potute essere delle perturbazioni nevose nei pressi del Passo Resia. Noi abbiamo scaramanticamente fatto finta di non aver compreso bene la sua previsione, così come facciamo finta in questo momento di non vedere la neve appena scesa sulle cime delle montagne che ci circondano. Altrettanto scaramanticamente evitiamo di condividere in questo momento con i compagni di viaggio del tour Ride With Us del 2015 l’esperienza della neve, proprio nella tappa successiva al passaggio dal Resia, da Landeck a Bludenz.
Dopo una notte di nevicatale strade principali erano già parzialmente innevate alla partenza, ma siamo poi finiti a pedalare in strade secondarie di montagna con almeno una decina di cm di neve fresca. Esperienza epica per noi (per chi vuole vederla guardi qui, che siamo felici rimanga unica nei nostri annali e per questo facciamo finta di non caricare troppo di significato la neve caduta sulle cime delle montagne intorno a noi proprio questa notte.
Probabilmente questo è un pensiero che non tocca invece chi non ha partecipato all’edizione del 2015, anche perché il paesaggio che abbiamo attraversato in questi giorni aveva più le caratteristiche del mese di settembre che di ottobre, risultato dell’allungamento della stagione calda che rappresenta un’importante conferma del cambiamento climatico in atto.
Oggi siamo un po’ pensierosi alla partenza perché abbiamo un appuntamento da non perdere: il treno a Lavin alle 13.59 che ci traghetterà attraverso un tunnel di 20 km nel cuore di una montagna a Kolster Platz. Sulla carta abbiamo 65 km di pedalata e 700 metri di dislivello, che potrebbero essere resi più difficili da una pioggia fastidiosa, per raggiungere la stazione di partenza. Ovviamente il tempo di percorrenza non va preso sui primi, ma sugli ultimi per poter prendere il treno tutti assieme.
Comunque la pioggia arriva puntualmente alla partenza, prima in modo leggero, condizione perfetta per mettere in crisi le nostre certezze sull’abbigliamento, e poi via via più insistente.
Dobbiamo decidere se fare la ciclabile o la statate, sapendo che in un caso avremmo un percorso più piacevole ma lungo e nervoso, mentre nell’altro è più veloce, ma trafficato. La votazione finisce in perfetta parità 3 a 3, con la maggior parte del gruppo astenuto perché indifferente alla scelta del percorso,
Alla fine optiamo comunque per la ciclabile che si confermerò tanto nervosa con diversi saliscendi quanto incorniciata da fantastici panorami che solo l’autunno sa donare.L’altra variabile che non avevamo considerato era il vento che sul punto di attraversamento della diga di Resia sfoga tutta la sua forza, in perfetta armonia con nubi scure e minacciose. Dopo un piccolo tragitto tagliato dal vento di traverso ci addentriamo nella parte protetta dagli alberi e ci lanciamo i fantastici saliscendi.
Nel frattempo sale la nebbia, o calano le nuvole, e ci troviamo immersi nell’umidità che ci spinge a vestirci per bene anche in previsione della lunga discesa che ci aspetta dopo il Passo.
Entriamo così in Austria e a Nauders scendiamo verso il confine svizzero nel cantone dei Grigioni. Esattamente la stessa strada che avevamo percorso nel 2015 quando andammo a Parigi, con la sola differenza che allora sbagliammo strada e fummo costretti ad allungare il giro, mentre questa volta siamo proprio sulla retta via. Dopo una lunga (e fredda) discesa arriviamo al confine con la Svizzera dove Maurizio si cimenta in un volo nell’ultima curva (non è chiaro ancora se fosse in territorio italiano o in quello svizzero) senza gravi conseguenze, se non una botta all’anca che speriamo non crerà troppi problemi nei giorni successivi e Franz ci lascia, girando la sua bici verso Innsbruck, dove prenderà un treno in direzione di casa.
Il gruppo arriva così ai minimi termini dalla partenza, con “solo” 18 ciclisti che pedalano verso l’atrrivo di tappa, ma tra un paio di giorni a Friburgo arriveranno ulteriori rinforzi e torneremo abbondantemente oltre quota 20.
L’aver mancato una deviazione della ciclabile lungo il percorso ci spinge a restare sulla strada statale, situazione con un perfetto fondo nonstante la recent pioggia, che nel frattempo ha smesso di cadere, e una pendenza che ad occhio e croce potrebbe essere del 3-5%, talmente tanto piacevole da pedalare che, con il pieno supporto di tutti, decidiamo di rimanere lì.
Questo ci porterà a risparmiare qualche bella salita e ad arrivare addirittura con un’ora di anticipo alla stazione di Lavin, possibilità sulla quale la sera prima nessuno di noi avrebbe puntato un solo euro.
All’arrivo a Kloster Platz ci aspetta però un’ultima simpatica salita, circa 200 m di dislivello che con le gambe fresche appena scesa dal treno non rappresentano una vera passeggiata. L’ascesa fa la solita selezione, ma alla fine arriviamo tutti contenti al termine della tappa con la consapevolezza di quanto possa essere semplice a volte il concetto di felicità: una doccia rigenerante e un buon pasto caldo.
Daniele Pernigotti