il punto della situazione a cura del Comitato Lasciateci Respirare di Padova
Il SI del Consiglio Comunale padovano alla fusione tra APS Acegas di Padova ed Hera di Bologna, che di fatto consegna la gestione dell’acqua e dello smaltimento dei rifiuti ad Hera, (alla fine di questa operazione il comune di Padova conterà nel consiglio di amministrazione poco più del 5%), ci spinge a fare il punto sulla situazione che più ci riguarda da vicino: quella dell’inceneritore di San Lazzaro, che è composto di. 3 linee che ne fanno uno dei più grandi del nord Italia.
Nel piano provinciale dei rifiuti urbani è previsto che all’inceneritore debbano provenire i rifiuti di tutti i 4 bacini della provincia di Padova. Lo smaltimento dei rifiuti è basato anche sulla presenza di discariche: quella di Este (la più grande d’ Europa per quanto riguarda il rifiuto organico smaltito) che sarà ampliata con ulteriori 350000 t di rifiuti , quella di Roncajette, chiusa dal 1996, di proprietà di Acegas- Aps, che vorrebbe riaprire e quella di Sant’ Urbano ora utilizzata solo per le emergenze. Lo sviluppo di piani comunali di riduzione dei rifiuti attraverso il riuso, il riciclo e la raccolta differenziata, avviati in questi anni è ovviamente in antitesi al sistema dell’incenerimento e del conferimento in discarica.
Nella convinzione che lo smaltimento dei rifiuti attraverso il processo di combustione sia un’opera insalubre e pericolosa per la salute (del resto gli studi epidemiologici svolti sulle popolazioni che vivono in vicinanza di inceneritori e cementifici lo hanno ampiamente confermato), come Comitato Lasciateci Respirare di Padova la nostra posizione è sempre stata quella di chiedere la chiusura dell’inceneritore, partendo dalle prime due linee, quelle più vecchie, senza accettare compromessi o “compensazioni”.
Negli anni la nostra lotta si è intrecciata con quella degli abitanti e dei comitati del quartiere 3, quello più vicino all’inceneritore, con i comitati che lottano per la chiusura delle discariche e con i comitati di Monselice che lottano contro il Revamping dei cementifici (ossia la loro trasformazione in mega inceneritori, con “licenza di inquinare” maggiore rispetto ai classici inceneritori, visto la maggiore permissività per quanto riguarda i limiti delle emissioni inquinanti).
Nella campagna per le elezioni comunali del 2009 le forze del centro sinistra e in particolare SEL con il futuro assessore all’ambiente Alessandro Zan si erano impegnate per la chiusura della prima linea dell’ inceneritore all’ apertura della terza linea, che è avvenuta nel 2010.
Naturalmente tutto è rimasto lettera morta e nell’ aprile 2011 alcuni attivisti del nostro comitato hanno scoperto l’arrivo di rifiuti speciali da altre regioni al prezzo di circa 400 euro a tonnellata. La nostra denuncia ha costretto la Provincia e la Regione a bloccare l’operazione tentata da Acegas-Aps (la multiutility quotata in borsa che gestisce l’impianto) e che temiamo prefiguri quello che nel prossimo futuro potrà avvenire con la “consegna” dell’appetitoso inceneritore di San Lazzaro ad una società (Hera) che ha fatto dell’incenerimento dei rifiuti uno dei suoi affari principali, con buona pace di tutte le campagne di riciclo e di riduzione dei rifiuti e del rispetto della salute dei cittadini.
Anche l’attivazione nel 2010 da parte del Quartiere 3 e del Comune di un “Osservatorio ambientale”, si è ben presto evidenziata come un’operazione di facciata, poichè i dati sulle emissioni vengono forniti e certificati da Acegas-Aps in via diretta o attraverso controlli da loro appaltati, in un farsesco gioco in cui il controllato funge anche da controllore ed in cui si propone una forma di compensazione all’inquinamento con la realizzazione di opere ambientali (pista ciclabile, passerella, ecc.: che oltre a tutto ad oggi non sono ancora ultimate o nemmeno iniziate!) e che sanciscono, se ce n’era bisogno, che la volontà di chiusura dell’inceneritore è del tutto accantonata.
Nei primi giorni di settembre 2012 SEL assieme ad IDV ed a altri partiti e associazioni, nelle osservazioni al Piano provinciale dei rifiuti urbani, tornava a chiedere la chiusura della prima linea dell’inceneritore al raggiungimento del 72,5% di raccolta differenziata. . Ma poche settimane dopo se ne erano già dimenticati e il 24 settembre, dopo sette ore, tra le proteste (due sospensioni del consiglio comunale) dei cittadini e dei comitati ambientalisti, il consiglio comunale di Padova ha approvato la fusione tra le due società quotate in borsa , Acegas-Aps da una parte e la bolognese Hera dall’altra, con il voto favorevole oltre che del PD (del sindaco Zanonato: uno degli artefici dell’intera operazione) anche di IDV (dell’assessore Clai alla Partecipazione!) e di SEL (dell’assessore Zan all’ambiente!!). Due partiti cioè che in città si sono sempre detti accesi oppositori dell’inceneritore e delle politiche volte all’incenerimento dei rifiuti e grandi sostenitori dell’ambiente.
Di questa operazione tutta decisa nel chiuso delle stanze dei consigli di amministrazione delle società per azioni i cittadini hanno saputo poco o niente, per la volontà politica di non informare e poter decidere senza intralci , a ulteriore dimostrazione di quanto la democrazia e la “partecipazione” siano solo parole vuote da gestire nelle enunciazioni e non un percorso concreto da costruire.
SEL e IDV hanno piegato la testa a fronte di un piatto di lenticchie (scadute per di più) come la promessa della chiusura della prima linea dell’inceneritore, ma tra 14 anni! O la generica promessa di reinvestimento dei dividendi in welfare e ambiente, o la diminuzione del numero e dei compensi dei consiglieri di amministrazione (che come è noto, nelle SpA quotate in borsa non sono certo materia di approvazione dei consigli comunali!!). E pensare che IDV, partito che esprime tra gli altri anche l’Assessore alla Partecipazione ha negato anche la possibilità di una discussione più ampia e approfondita in città, contribuendo a bocciare la mozione che puntava a sospendere la votazione per aprire un percorso di consultazione della città..
Un’ anomalia tutta padovana questo voto, visto che in molti comuni della vicina Emilia Romagna SEL e IDV hanno votato invece per il NO alla fusione, aprendo spesso coraggiosamente crisi nelle amministrazioni comunali e visto che la stessa Laura Puppato, capogruppo in Regione del PD, esprime dubbi sul metodo antidemocratico adottato dal suo partito nella gestione della fusione a Padova ed invita ad una riflessione più approfondita. E per finire non possiamo non far riferimento alla netta presa di posizione del Coordinamento Regionale di SEL, che di fatto sconfessa il voto di Padova ed .invita la propria delegazione in Giunta e in Consiglio Comunale di Padova a richiedere subito, con un atto formale del Consiglio nella sua prossima seduta, la costituzione e l’attivazione della Commissione finalizzata a decidere criteri e modalità dello scorporo dell’acqua, Bene Comune per eccellenza, dalla multiutility appena costituitasi. (staremo a vedere!)
Comitato Lasciateci Respirare Padova