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A San Leonardo, la politica, le istituzioni e la cittadinanza dicono no allo scavo del Contorta. Intanto arrivano altre multe agli attivisti

Grande successo ieri sera nella sala San Leonardo per l’incontro “Contorta. Unica alternativa?” organizzato da Ambiente Venezia con la collaborazione della Municipalità.
Oltre 400 persone hanno ascoltato i pareri, invero tutti critici, in merito alla soluzione prospettata dall’Autorità Portuale e dal suo presidente Paolo Costa che, per ovviare al passaggio delle grandi navi in bacino San Marco e nel Canale della Giudecca, prospetterebbero lo scavo di un nuovo canale (il Contorta Sant’Angelo, appunto) che collegherebbe Fusina con l’attuale marittima. Come dire, allo scempio del vecchio Canale dei Petroli, si aggiungerebbe una ennesima “autostrada” nel bel mezzo della laguna.

Il primo siluro a questo progetto lo spara il professor Luigi D’Alpaos, massimo esperto di idraulica lagunare che rifiuta la paternità, spesso attribuitagli, del Contorta e anzi critica con forza l’ipotesi di scavi di quelle dimensioni che avrebbero il solo drammatico effetto di aumentare il fenomeno dell’erosione lagunare.
Il senatore Felice Casson, molto attivo sul fronte No Grandi Navi, ricorda come la lobby del porto, forte dell’appoggio del ministro Maurizio Lupi (che nonha mai nascosto la sua simpatia per il partito trasversale delle Grandi Opere) stia tentando una mossa precisa, quella di fare inserire il Contorta all’interno della Legge Obbiettivo. Operazione che permetterebbe di bypassare, come è già avvenuto in tanti altri casi tristemente noti, tutte le normali procedure di valutazione di Impatto Ambientale e procedere spediti al scavo. Anche sul comportamento dei sindacati Casson è chiaro: no ai ricatti occupazionali. Messaggi questi, sostanzialmente ribaditi dal senatore grillino Giovanni Endrizzi.
Tocca al sindaco Giorgio Orsoni, infine, pronunciarsi sulla necessità che sia un “comitatone” ad assumersi collegialmente la responsabilità di una decisione in merito al passaggio delle grandi navi a Venezia.
Dopo gli interventi dei relatori, il dibattito in sala continua animato e partecipato. Numerosi gli interventi del Comitato No Grandi Navi che rivendicano al movimento, molto più che alle istituzioni, il successo della campagna contro il gigantismo navale. Si chiede che il Comune promuova nuovi studi su alternative possibili e che ognuna di queste, per essere recepibile, debba soddisfare almeno un’esigenza: le grandi navi devono rimanere fuori dalla laguna.
Si muovono i movimenti, si muove la politica, ma si muove anche la repressione. Non solo denunce, ma anche pensanti sanzioni amministrative. Ai 50 tuffatori che nel settembre scorso si erano immersi nel canale della Giudecca (ritardando così il passaggio delle navi), la questura ha notificato una multa di 2000 euro a testa. Il Comitato No Grandi Navi ha già annunciato una campagna per la cancellazione di queste vergognose sanzioni.