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Stavolta ci siamo: è nato il Parco della Laguna Nord di Venezia

A mezzanotte e quattro minuti, il Parco della Laguna Nord di Venezia diventa una realtà. C’è voluta una lunga, e tanto paziente, gestazione. Un iter burocratico lungo un anno tra commissioni regionali e comunali, schivando difficoltà dell’ultima ora e saltando bastoni tra le ruote non sempre imputabili all’opposizione, richieste di pareri su pareri mediando tra tutti i tanti, troppi, enti che hanno giurisdizione sulla laguna, da magisteri a ministeri, da sovrintendenze a capitanerie. E ancora, incontri su incontri, discussioni su discussioni con residenti, associazioni di categoria come quelle della pesca, del turismo, della caccia, per far capire loro che il nascente Parco non aggiunge vincoli ma solo opportunità. Dulcis in fundo, tre interminabili sedute di consiglio comunale, sotto i continui insulti di uno sparuto ma agguerrito gruppetto di irriducibili cacciatori, terrorizzati di non poter più sparare a tutti gli uccelli che gli passano davanti al mirino, e dribblando la cinquantina di emendamenti meramente ostruzionistici con i quali il capogruppo di Fratelli d’Italia, Sebastiano Costalonga, ha tentato fino all’ultimo di far inciampare la delibera. Tra l’altro, emendamenti talmente mal fatti che una ventina sono stati respinti perché giudicabili “non votabili” dalla segreteria. Neanche la più becera ostruzione, sanno fare bene.

C’è voluta un’ultima seduta, quella di ieri, durata oltre 9 ore che ha messo a dura prova la tenuta “psicofisica” della maggiornanza, ma alla fine, a notte inoltrata, la delibera numero 22 del 2014 che istituisce il Parco di interesse locale della Laguna Nord di Venezia è stata approvata con 18 voti favorevoli, 9 contrari e un astenuto.

Soddisfatto l’assessore all’Ambiente, Gianfranco Bettin, che del nascente Parco è stato il più convinto sostenitore, ed il gruppetto di ambientalisti del Vas che hanno tenuto duro sino alla fine nell’area riservata al pubblico per ricordare al consiglio che del Parco non ci sono solo oppositiori.

Oggi, a giochi fatti, viene da chiedersi perché un Parco che ha il compito di tutelare e valorizzare in modo nuovo e sostenibile la parte ancora più riconoscibile nel patrimonio originario naturale e storico della laguna veneziana, abbia sollevato tante proteste e tanti ingiustificati timori, considerando che l’area in questione, circa 16 mila ettari, è già sottoposta a vincoli Zps e la nuova struttura, neppure volendo, ha il potere di aggiungerne di nuovi.

Volutamente, la minoranza aggressiva e irriducibile di cacciatori che fa capo all’europarlamentare di Fratelli d’Italia Sergio Berlato e alla destra estrema di Venezia, ha mantenuto un livelo di discussione basso, giocando su toni allarmistici – cosa che d’altra parte è tutta nel loro stile – che non trovano nessuna riscontro nella realtà di quello che, alla fin fine, è un parco di interesse locale; il livello più tutela ambientale disponibile nel nostro Paese, il solo che Regione e Governo ci abbia consentito di istituire.

Qualcun altro, nell’ombra, ha ancor più alzato il tiro: proiettili in busta e scritte offensive e minacciose all’assessore all’Ambiente, Gianfranco Bettin, e irruzioni vandaliche nell’isola di San Giacomo in Paludo, tra Murano e Burano, gestita dall’associazione ambientalista Vas.

Al di là dei cacciatori estremisti, e di chi dà loro corda con li consueto armamentario di spauracchi e panzane seminate apposta per screditare un progetto che invece ha tutte le carte in mano per rigenerare sia l’ambiente e il patrimonio storico e culturale sia l’economia delle comunità della laguna nord, c’è l’impressione che anche altri poteri e interessi abbiano la volontà di impedire che si vigili meglio sulle tutele esistenti, che non vogliano forme rigorose di controllo per poter meglio coltivare affari spesso poco chiari in laguna. Le mani del business affaristico sulla laguna sono sempre disturbate dai controlli, e dunque la presenza di un parco che metterà questi affari sotto gli occhi del mondo è letta come un pugno nello stomaco. “E’ evidente che c’è chi pretende di continuare a fare quello che vuole in laguna, infischiandosene di regole e tutele, e che vede nel Parco un ostacolo ai propri interessi – ha commentato Gianfranco Bettin -. Ma desso che i Parco è stato istituito non si può più tornare indietro e il Comune, che è anche l’ente amministrativio più vicino ai cittadini, ha uno strumento in più per tutelare la nostra laguna”. Uno strumento che adesso dobbiamo imparare ad utilizzare in tutte le sue grandi potenzialità.