Peggio di Pechino. Per quanto riguarda le polveri ultrasottili, le particelle con un diametro inferiore a 2,5 µm (un quarto di centesimo di millimetro), l’aria che si respira a Venezia è più pericolosa di quella che ammorba i cieli eternamente grigi della capitale cinese. Ad affermarlo è un esperto di inquinamento atmosferico del calibro di Axel Friedrich, già capo divisione del settore Ambiente e trasporti della Germania e uno dei fondatori dell’Icct, il consiglio internazionale per i trasporti puliti. Per quattro giorni, da venerdì 15 a lunedì 18 aprile, il dottor Alex e il suo staff hanno monitorato con le loro apparecchiature scientifiche l’aria di Venezia e i risultati, presentati oggi alla sede della Municipalità di San Lorenzo, sono davvero preoccupanti. L’iniziativa è stata organizzata dall’associazione Ambiente Venezia in collaborazione con la Nabu tedesca.
Sotto osservazione, in particolare, l’inquinamento atmosferico che deriva dal traffico navale e dal via vai di Grandi Navi al porto di Venezia. “Ho effettuato valutazioni dell’aria in tanti porti e tante città – ha dichiarato Axel Friedrich – ma un inquinamento simile non l’ho mai rilevato. In Italia, si continua a permettere alle navi di bruciare carburante di pessima qualità e di non adoperare i filtri antiparticolato con conseguenze tragiche per la salute di migliaia e migliaia di cittadini, per non parlare degli effetti nefasti sul clima, sull’ambiente e anche sui monumenti. I Paesi che si affacciano nel mare del Nord e nel mar Baltico, invece, hanno ottenuto per le loro acque il riconoscimento dell’area Seca (SOx Emission Control Area. ndr) migliorando notevolmente la qualità dell’aria”.
In Italia le cose marciano diversamente, le lobby crocieristiche giocano al risparmio, e di filtri e di carburanti a basse emissioni non vogliono sentir parlare. Anche l’accordo Venice Blue Flag con il quale le compagnie si impegnavano ad abbattere la percentuale di zolfo nei carburanti utilizzati in entrata e in uscita del porto, lascia il tempo che trova, considerato che nessuno ha mai effettuato un serio controllo sulle emissioni e che gli stessi dati ottenuti dallo staff di Friedrich dimostrano tutto il contrario. Vedi i picchi registrati ogni qualvolta volta che una nave transitava per il canale della Giudecca.
Le modalità con le quali l’Arpav controlla le emissioni, infatti è uno dei punti focali delle critiche dello scienziato tedesco. Ad oggi c’è una sola centralina in tutta la laguna e sistemata, per di più, a Sacca Fisola. Cioè sottovento rispetto ai principali venti che soffiano a Venezia che sono quelli di bora. “Un posto perfetto per dimostrare che l’inquinamento non esiste. Se proprio vogliono usare una sola centralina dovrebbero sistemarla dove c’è più flusso di persone e dove batte di più l’inquinamento. A San Marco, per esempio. Là noi abbiamo rilevato i picchi più preoccupanti”.
Da sottolineare che, pur se misurati con un arbitraggio… “casalingo”, i dati raccolti dalle centraline Arpav in questi primi mesi dell’anno hanno ugualmente sforato i limiti di legge. E che in Italia si continua a morire di inquinamento lo afferma anche l’Unione Europea, che ha sanzionato il nostro Paese per mancanza di interventi a tutela della salute dei suoi cittadini. Secondo l’agenzia Ambiente europea, sarebbero oltre 50 mila in Italia le morti premature dovute agli inquinanti atmosferici.
Una situazione criminale nella quale Governo, Regione e Comune, a veri livelli, si guardano bene dall’intervenire preferendo continuare con la politica dello struzzo. Tanto per citare un esempio, da quest’anno la normativa rende obbligati i controlli delle polveri ultra sottili (proprio queste misurate dal dottor Friedrich) ma l’Arpav non è ancora stata dotata degli strumenti per effettuare un corretto monitoraggio. E stiamo parlando di apparecchiature che costano poche migliaia di euro.
Non ci sono soldi o non c’è la volontà politica di affrontare una situazione che imporrebbe scelte radicali e ben diverse da quella di continuare a far fare passerella in laguna alle Grandi Navi?
Ma sappiamo già da che parte pende la bilancia quanto il governatore Luca Zaia e il sindaco Gigio Brugnaro, mettono sul piatto la salute dei cittadini e gli interessi delle grandi lobby.
Fin che la barca va, lasciala andare.
Queste le slide con i dati rilevato dal dottor Axel Friedrich