Attivisti in piazza a Ravenna, la “capitale” dell’Eni

Sabato 12 a Ravenna si è tenuta una manifestazione contro il ministro della “falsa transizione ecologica” Cingolani, contro il devastante rincaro delle bollette luce e gas e più in generale sul carovita.

Iniziativa simbolica con il “fantoccio” di Cingolani seduto su una scrivania davanti alla prefettura in piazza del popolo. L’iniziativa è stata promossa dalla campagna “Per il clima fuori dal fossile” ed ha visto la partecipazione di circa 200 attivisti. Perché Ravenna? E’ la capitale di Eni e Cingolani il vero protettore degli interessi delle multinazionali del fossile.

L’emergenza guerra in questo susseguirsi di emergenze permanenti ha tolto il velo alle mistificazioni del potere sulla transizione ecologica e sul greenwhashing. Con la guerra in Ucraina  (in realtà un riposizionamento geopolitico tra grandi potenze imperiali per il controllo delle risorse energetiche) la transizione ecologica richiesta con le grandi mobilitazioni moltitudinarie prima della pandemia, ma che resistono in varie forme e modalità anche ora, si è rovesciata nel suo contrario: l’accelerazione della “distruzione ecologica”. Ancora più gas, più trivellazioni lungo le sponde dell’adriatico, ancora centrali a carbone…ovviamente strizzando l’occhio al nucleare. Le alternative ci sono, qui ed ora, per uscire dal fossile, le fonti di energia rinnovabili. Ma i soldi vanno all’industria delle armi: è il Capitalismo, signori, disposto ad esiti catastrofici per la nostra terra, la nostra vita, in nome del profitto di pochi, degli interessi delle multinazionali e del capitale finanziario.