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Terza e ultima tappa della carovana di Opzione Zero. Da Mestre ad Orte e non è finita. Tutti pronti per ripartire ancora

Orte – Ultima tappa. Se tutto andrà bene, taglieremo l’ultimo traguardo nel primo pomeriggio. Da Perugia ad Orte ci saranno un centinaio di chilometri o poco più. Quasi tutti in salita, ma le gambe oramai sono allenate. Si parte ad un ora più tranquilla stavolta, verso le sette della mattina. Perugia e gli Appennini che la circondano sono avvolti da una fitta nebbia. Ed è un peccato perché il paesaggio sul quale viaggiamo deve essere stupendo. La nebbia non ci permette solo di scorgere oltre il primo filare di ulivi che accompagna la strada. Il raccolto di olive è già stato ultimato e sui rami sono rimaste solo le piccole foglie gelate dalla brina invernale. I ciclisti pedalano di buona lena immersi in un ambiente dove si fatica a ritrovare i consueti contorni della realtà.

Solo verso le 10 della mattina riusciamo a scorgere il blu del cielo. Siamo oramai ad Acquasparta, in perfetta tabella di marcia, e pedaliamo verso San Gemini dove sorge la nota fonte termale. L’appuntamento più importante della giornata ci attende a Terni dove arriviamo poco prima di mezzogiorno. Gli ambientalisti ci aspettano nella piazza principale della città dove hanno approntato un banchetto informativo sulla Mostre Orte e ci offrono torte, biscotti e pan pepato, un dolce tipico dell’Umbria.

Ad attenderci c’è anche l’assessore alla cultura, Simone Guerra, di Sel, che si complimenta per la nostra impresa e concorda sul devastante impatto nel territorio, e in particolare su quello dell’Appennino umbro, che la Orte Mestre porterebbe con sé. “Purtroppo non tutti la pensano come me – spiega -. Molte amministrazioni hanno già votato delibere che aprono la porta a questa ennesima Grande Opera. Noi faremo di tutto per contrastarla ma anche a Terni siamo in giunta con un Pd che non sente ragioni. Vi confesso che è un rapporto questo, che ci va sempre più stretto”.

Lasciamo l’assessore ai suoi problemi e risaliamo in bici e in camper per Orte. L’ultima tappa. I chilometri sulla carta sono pochi ma tutte le strade passano per la E45. Strada poco sicura per le bici. Cerchiamo una alternativa e ci perdiamo alla grande nello sterrato collinare, tra salite a muro e discese rompicollo, consolati solo dall’incomparabile bellezza del paesaggio. Pedala e pedala, arriviamo proprio sopra la città ma troviamo il tratto finale sbarrato da una azienda venatoria. “L’unica strada alternativa alla E45 passa per il paese di Amelia e comporta un giro dell’oca di decine di chilometri ed inoltre tocca zone che non sono interessate dalla Orte Mestre – spiega Mattia Donadel -. Le colline che saranno sventrate e cementificate sono proprio queste su cui siamo saliti”. E’ proprio questo il posto migliore per l’intervista conclusiva ai nostri ciclo attivisti, dietro boschi di ulivi centenari che non meritano di morire sotto una colata di cemento.

“E’ stata una bellissima avventura – conclude Mattia – Abbiamo trovato tanti amministratori e tantissimi comitati ambientalisti che sono contrari a questa inutile autostrada. Tutti si sono detti disposti a intraprendere una battaglia comune perché questo è il solo modo che abbiamo per vincere. Abbiamo trovato anche tante persone che non sapevano nulla di cosa si sta progettando sopra la loro terra e abbiamo dato loro un motivo per informarsi. Sono semi questi che, ne sono sicuro, daranno i loro frutti. Tutti ci hanno chiesto di ripetere la carovana in primavera, per offrire anche a persone non allenatissime la possibilità di partecipare. Ed è quello che faremo. Credeteci… siamo solo all’inizio!”