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Una diga sull’Adige. Inutile e costosa per la collettività, massacrante per l’ambiente, ma vantaggiosissima per chi la fa!

di Francesco Miazzi  e  Christianne Bergamin * – La Lagarina Hydro di Limena ha presentato alla Regione Veneto l’istanza per l’autorizzazione e la concessione per derivazione di acque pubbliche per uso idroelettrico dal fiume Adige. Si tratta, in sostanza, di un passaggio propedeutico al progetto di costruzione di una diga sull’Adige tra Badia Polesine (Rovigo) e Terrazzo (Verona), in località Rosta (a pochi chilometri da Castelbaldo), per attivare una centrale idroelettrica da 8 mila kilowatt. Il tutto per un costo netto di 42,5 milioni di euro. La richiesta è comparsa nel bollettino ufficiale della Regione lo scorso 20 febbraio, ma i termini per prendere visione della documentazione  sono scaduti lo scorso 21 maggio. La mancanza di pubblicità per questi progetti è ormai diventata un’abitudine. L’uso burocratico dei bollettini ufficiali mette i proponenti al riparo dagli obblighi di legge e garantisce quasi sempre il trascorrere dei tempi per l’informazione, impedendo, di fatto, la partecipazione pubblica alle procedure.

Andando ad approfondire la faccenda con i funzionari regionali del Bacino Idrografico Adige Po della sezione di Rovigo, scopriamo che è già stata fatta una prima conferenza di servizi con la Regione e con alcuni dei comuni coinvolti,  dalla quale sono scaturite delle osservazioni e delle richieste. A queste dovrà rispondere il proponente, dopodiché la Regione potrà concedere l’utilizzo delle acque dell’Adige. A quel punto si apriranno le procedure di VIA e di Valutazione di incidenza ambientale.

Cercando informazioni su questa sconosciuta ditta Lagarina Hydro SRL di Limena, che nessun altro lavoro ha mai fatto prima d’ora e ha presentato il progetto di 42 milioni di Euro, scopriamo che risulta iscritta al Registro imprese dal 24/07/2014, con un capitale sociale di 10.000 €. Il 49% è detenuto da “H2O e PARTENER” che però non risulta nemmeno iscritta alla Camera di Commercio. Il 51% è invece di proprietà di “E.T.A.V. SRL” detenuta al 100% dalla “FINANZIARIA VITTADELLO SRL” che fa capo a Sergio e Andrea Vittadello. Quest’ultima società risulta collegata a “INTERCANTIERI SPA”, “IMMOBILIARE  VITTADELLO SRL” etc. In tutto questo intreccio compaiono anche i nomi di altre Società, che risultano protagoniste di numerosi scandali relativi a corruzione e smaltimento​ illegale​ di rifiuti, ultimo dei quali “Mafia capitale”.

L’acqua è un bene comune, ma ancora una volta la ritroviamo oggetto di una speculazione economica che potrebbe avere gravissime ripercussioni ambientali.

La portata di questo intervento non può passare sotto silenzio e devono essere messi in chiaro i rischi che questo sbarramento potrebbe comportare. A valle di questa diga potremmo presto trovare lo scolmatore pronto a riversare nell’Adige il carico di veleni contenuti nel Fratta-Gorzone, fatto che potrebbe compromettere ulteriormente la qualità dell’acqua attinta dagli acquedotti che si trovano sull’asta del fiume.
Stiamo producendo molta più energia del nostro fabbisogno, eppure continuano ad arrivare progetti di impianti a biogas, biomasse, inceneritori e ora anche dighe sui fiumi.

Il privato anche in questo caso farà grandi affari vendendo energia elettrica pagata con gli incentivi prelevati dalle bollette dei cittadini. Su di loro, in modo beffardo, ricadranno anche gli effetti ambientali di un simile progetto anche perché, per questo tipo di impianti che sfruttano fonti rinnovabili, non è prevista per legge alcuna compensazione ai territori interessati.
E’ indispensabile che i Comuni e gli enti coinvolti si facciano promotori di una pronta mobilitazione del territorio per costringere al ritiro di questo progetto. I comitati e i cittadini faranno sicuramente la loro parte.

* per il Comitato lasciateci Respirare di Monselice