Legna come combustibile. L’Europa promuove la devastazione delle foreste

Che siano rinnovabili, è fuori di dubbio. Che inquinino, producano Co2 e accelerino i cambiamenti del clima, è fuori di dubbio anche questo! Stiamo parlando dell’uso del legno come “energia rinnovabile” e della direttiva europea che, contrariamente al parere negativo dei climatologi, ne promuove l’uso come combustibile rinnovabile. Tutto questo, ovviamente, al di fuori dell’uso, che già si fa, degli scarti di lavorazione come bio combustibile. 

La direttiva europea “promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili”, che potete scaricare a questo link, ha considerato il legno come un combustibile rinnovabile – purché provenga da foreste certificate – ed a basso tenere di carbonio.  Una decisione assolutamente criticabile che ha immediatamente provocato la reazione di circa 800 scienziati che hanno pubblicato uno studio sulla prestigiosa Nature Communications dal titolo “Le foreste nell’Antropocene  in cui hanno sottolineato le conseguenze di una tale decisione. prima di tutto, hanno scritto i climatologi, va considerato che per ogni Kw ora di elettricità  prodotto dal legno, viene emessa una volta e mezza la Co2 di quando si usa come combustibile il carbone e tre volta quella emessa quando si usa gas naturale. 

Incentivare volutamente il taglio di alberi d’alto fusto per ricavarne energia significa emetter nell’atmosfera quel carbonio che la natura ha imbrigliato, – “memorizzato” scrivono gli scienziati – nei boschi per mantenere l’equilibrio. Senza considerare che, se le certificazioni di sostenibilità forestali sono efficaci in Europa, cosa accadrà in tutti quei Paesi dove il taglio degli alberi è pressoché libero ed incontrollabile? Si aprirà un libero mercato di legna da ardere dai Paesi poveri verso la ricca Europa che porterà devastazioni e impoverimento del patrimonio ambientale nei luoghi di origine. Una scelta, questa della Comunità Europea, che testimonia come i nostri politici non abbiamo ancora capito che abitiamo tutti sullo stesso pianeta e che non si può impoverirne una parte senza danneggiare anche l’altra.