Finalmente ci siamo. O meglio, finalmente ci siamo… “quasi”. Bisognerà attendere lunedì prossimo, giorno della convocazione del consiglio comunale di Venezia per assistere alla discussione e, ci si augura, all’approvazione della delibera che istituisce il parco della laguna di Venezia. Mal che vada, se la discussione andasse per le lunghe (l’opposizione ha dichiarato guerra e d’altra parte è questo il suo mestiere), toccherà attendere un’altra settimana. Ma il traguardo oramai è vicino. Tanto è vero che l’assessore Gianfranco Bettin, che del progetto è stato anima e mente, ha voluto anticipare la presentazione del nascente parco in un incontro svoltosi questa mattina al Salone Nautico che si sta svolgendo a San Giuliano. Con lui, il responsabile dell’Osservatorio della Laguna, Marco Favaro, che è la struttura comunale che si è presa la poco digeribile briga di dipanare l’iter burocratico, tra corsi e ricorsi di richieste, specifiche, pareri, discussioni, aggiustamenti nelle aule di Municipalità, Comune, Provincia e Regione. Ce n’era da perdere la testa. La sola richiesta di un parere aggiuntivo, tra l’altro non vincolabile alla Regione, che l’assessore Pierantonio Belcaro si è inventato all’ultimo momento, ha fatto perdere almeno tre mesi di lavoro. Ma stavolta ci siamo sul serio e le scartoffie sono tutte a posto. La laguna nord (che poi è tutto quanto rimane dell’antica laguna dei dogi, considerato che scavi e cemento hanno trasfornato la barte meridionale in un braccio di mare aperto) diventerà finalmente un parco.
Si chiude quindi una storia quarantennale, che potremmo far risalire al Fronte per la difesa della laguna di Venezia di Indro Montanelli. Una storia che ha visto momenti quanto meno pittoreschi come quelli rievocati durante l’incontro di questa mattina da Paolo Cacciari, che da onorevole presentò assieme a Luana Zanella un dimenticato pdl per un parco regionale, e che ha raccontato come all’epoca, durante gli incontri di presentazione del progetto a Burano, i cacciatori erano usi aizzargli contro i cani. Altri tempi? Mica tanto! Le ultime proteste anti parco che in certe frange hanno, per dirla con Bettin “travalicato i limiti della buona educazione” dimostrano che la questione è sempre bollente, in particolare nelle isole. Un impasse che superare è costato lavoro, interminabili discussioni, tolleranza e tanta tanta pazienza. “Ma adesso la maggioranza dei residenti è d’accordo col nostro progetto – ha commentato l’assessore -. Anche le categorie come quelle della pesca e del turismo si sono dette favorevoli. Ho già dichiarato che sono favorevole a sottoporre la questione ad un referendum. Chi teme che il parco comporti un regime troppo vincolistico sbaglia bersaglio. I vincoli di tutela già ci sono e non sarebbe neppure in nostro potere aggiungerne altri. Chi teme un ulteriore carrozzone burocratico sbaglia ugualmente. Oggi in laguna nord ci sono tanti vincoli ma non ci sono le opportunità collegate. Il parco serve proprio a potenziare questo aspetto e a salvaguardare non solo al natura ma anche la residenzialità, il lavoro, le attività tradizionali. In un ambiente fortemente antropizzato come la nostra laguna, non potremmo pensare ad un parco tradizionale ma piuttosto a un parco culturale e ambientale allo stesso tempo”.
“Il vero rischio – continua l’ambientalista – è non cogliere le potenzialità che il parco ci offrirà”. Mettere a disposizione gli strumenti adatti a questo scopo, sarà compito del Piano Ambientale che costituirà l’anima stessa del nascente parco e che vedrà la luce entro un anno dall’approvazione della delibera. “Sarà un percorso – ha assicurato Marco Favaro – trasparente e partecipato che godrà dei contributi di tutti gli attori in gioco: amministrazioni, residenti, categorie economiche…”
Il parco della laguna sarà naturalmente solo un parco di interesse locale (come dire “comunale”). Nella hit parade delle aree protette si colloca quindi all’ultimo posto in quanto vincoli di tutela. Ma proprio questa debolezza sarà la sua forza. “Nel ginepraio di competenze che si sommano in laguna, il parco non ne aggiungerà di nuove – ha assicurato Bettin -. I vincoli già ci sono, pure se non sempre vengono rispettati. Piuttosto, il compito del nuovo istituto sarà, oltre a quello di farli rispettare, soprattutto trasformate i vincoli passivi del tipo ‘non si può fare’ in vincoli attivi offrendo nuove possibilità di lavoro e attingendo a nuove forme di finanziamento”.
A lunedì quindi. Per scrivere l’ultimo articolo sulla “storia del famoso parco che non c’è”, per citare il libro di Giannandrea Mencini. E cominciare a scrivere – finalmente – del parco della Laguna di Venezia.