E’ indubbio che la sentenza del Consiglio di Stato accolga pienamente le tesi di Italcementi e dei suoi sostenitori, ma per noi rimane incredibile che il revamping possa essere paragonato alla stregua del cambio di una semplice caldaia o che una torre di 89 metri in piena area Parco possa essere considerata un manufatto di “qualità architettonica apprezzabile, in linea con le tendenze dell’architettura contemporanea”.
Su come si sia sviluppato questo progetto, su come si sia giunti alle nuove autorizzazioni di cava, sulle pressioni politiche che in questi anni sono state esercitate a tutti i livelli, abbiamo un nostro pensiero che al momento teniamo in serbo.
Resta sullo sfondo l’amara constatazione della scarsa lungimiranza che la classe politica sta dimostrando, appiattendosi alle logiche di una multinazionale e svendendo il futuro ambientale e produttivo di questo territorio.
Non intendiamo rassegnarci a vedere questi cementifici trasformarsi in inceneritori di rifiuti per sopperire all’evidente crisi del mercato del cemento, una crisi irreversibile che colpirà quegli stessi lavoratori ora utilizzati come ariete per rompere l’opposizione sociale a questo progetto. La cassa integrazione che sta interessando anche gli stabilimenti dove il revamping è cosa fatta, l’inevitabile riduzione di personale che questi “nuovi cementifici” comportano, doveva e deve far riflettere soprattutto quel Sindacato che in modo acritico ha sposato tutte le tesi aziendali.
La nostra speranza è che ci sia una presa di posizione forte, finora sottotono, di tutte le componenti sociali, di tutte quelle realtà economiche inevitabilmente danneggiate da questo progetto. Continuiamo a coltivare il sogno di uno sviluppo alternativo che dia si,risposte occupazionali, ma in modo rispettoso della nuova vocazione di questo territorio.
Chi pensa che la faccenda sia chiusa e archiviata, potrebbe fare un calcolo sbagliato, perché non lasceremo nulla d’intentato, nel tentativo di riportare alla ragione i nostri amministratori e tutti i sostenitori di questo progetto.
Lunedì 5 Marzo alle 21.00 in Villa Mantua Benavides, Valle San Giorgio di Baone i Comitati propongono un incontro aperto per una valutazione sulla sentenza e per discutere eventuali nuove proposte di mobilitazione.
Francesco Miazzi, Comitato Lasciateci respirare
Monselice (PD) 29-02-2012